Le pene della vulva.

     

In tempi di pandemia è facile farsi cogliere divanizzati davanti alla TV a seguire, con un occhio aperto ed uno chiuso, programmi di cui non capiamo né il senso, nè l’utilità. Questa mattina mi trovavo proprio così, spiaggiata a mo’ di tricheco, non su una lastra di ghiaccio dei mari subartici dell’emisfero boreale (chiusa parentesi “SuperQuark”), ma sul mio divano. Distesa a foggia di pinnipede dentomunito mi apprestavo ad azzannare una fetta di pane tostato, con l’aggiunta di burro e marmellata, quando dallo schermo TV un gruppo di bellissime donne di mezza età ha iniziato a parlare di un argomento che potrà essere di mio interesse in un, spero non troppo immediato, futuro : la menopausa. Dall’alto dei loro scomodissimi sgabelli queste bionde creature botulinodipendenti rassicuravano le loro coetanee sulla non pericolosità dei cambiamenti ormonali durante quel ( a detta loro) interessante ed affascinante periodo chiamato “climaterio”.
Nel corso della dissertazione si susseguivano frasi come:
“ La menopausa non è una malattia “
“Durante la menopausa la vita di una Donna cambia, ma in meglio “
“La menopausa è una liberazione “
“Le donne adulte sono più affascinanti perché più sicure di se’ stesse e della loro sensualità “
Non avendo io a disposizione uno specchio ed immedesimandomi erroneamente con le cinquantenni del talk show mi ero quasi fatta convincere ed avevo iniziato a pensare a quanto sarebbe stato facile quando sarebbe arrivato il mio momento. Finita la trasmissione, forte della positività che avevo percepito dalle parole delle mie coscritte, ho deciso di approfondire l’argomento e mi sono fiondata su Google, certa di trovare nuovi spunti positivi sul tema. Lì mi si è aperto un mondo o , per l’esattezza, mi si è aperto un girone dell’inferno.
Essendo io, come è noto, una persona altruista ho deciso di condividere con voi il risultato delle mie ricerche.
Uno dei primi siti a cui mi sono affidata è quello del Ministero della Salute il quale, prima mette in chiaro che la menopausa non è una malattia, poi elenca tutta una serie di disturbi che essa può arrecare facendoci sospettare che la precisazione iniziale sia solo un modo per impedire alle donne di chiedere in massa una qualche tipo di invalidità permanente. Pare infatti che la diminuzione di questi famosi estrogeni (termine che prima d’ora avremmo scambiato per il nome di un filler per labbra) crei una serie di “piccoli disturbi” , a detta delle super gnocche della TV e del Ministero della Salute.
Esaminiamo allora alcuni di questi “insignificanti inconvenienti “:
1) Vampate di calore e sudorazioni profuse. Che in soldoni si traduce in una sola scena : vostro marito a letto, avvolto in un piumone del peso variabile tra i dieci ed i diciotto chili, fasciato in un seducente pigiama di flanella e voi in canotta e mutande con la ventola sparata sul viso, mentre vi passate un cubetto di ghiaccio sui polsi. Temperatura interna della camera da letto: Cinque gradi centigradi, percepiti trentacinque.
2) Palpitazioni, tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa. “Sono lontani quei momenti, quando lo sguardo provocava turbamenti…” cantava il buon Vasco. Ecco, niente di tutto ciò! La tachicardia non dipenderà più da turbamenti emotivi, ma più banalmente dall’ abbassamento degli estrogeni e dal conseguente aumento della pressione arteriosa. Niente di più romantico. Questo purtroppo ci porta al punto numero tre.
3) Diminuzione del desiderio sessuale. Anche se posso dire con certezza che molte delle mie coetanee non hanno atteso l’arrivo della menopausa per appendere le “scarpette” al chiodo.
4) Disturbi del sonno. Durante la menopausa le donne hanno un’improvvisa impennata di produttività notturna. Come criceti su una ruota la donna di mezza età si affanna a trovare qualcosa da fare pur di impiegare le ore notturne e cercare di conciliare il sonno. Ecco spiegata allora la quantità di centrini e tende all’uncinetto presenti in quantità industriale nelle case di tutte le nostre nonne e mamme.
5) Irritabilità, umore instabile. Il passaggio dall’età giovane alla menopausa è caratterizzato anche da un cambiamento nelle reazioni di chi ci sta intorno. Se, infatti, prima ci chiedevano se fossimo mestruate ad ogni minimo segno di insofferenza , con il passare degli anni la domanda si evolve in una richiesta di informazioni sul nostro stato di “menopausate”. In tutto ciò l’interlocutore non realizzerà mai e comunque che non è il vostro stato fisico a farvi inalberare, ma è semplicemente la sua persona.
6) Disturbi della concentrazione e della memoria. Non che ce ne fosse necessità, certo, ma quanto può essere appagante poter giustificare il fatto di essere entrati più volte in una stanza senza saperne il perché dando la colpa alla menopausa!
7) Aumento di peso nella zona addominale. Da quel momento in poi il vostro corpo subirà un cambiamento drastico. Tutto quello che ingerirete si trasformerà in un salvagente all’altezza dell’addome regalandovi una forma fisica da fare invidia al sergente Sanchez di Zorro ( e magari anche un bel paio di baffoni). Non illudetevi, l’unico motivo per cui vostro marito vi guarderà con desiderio sarà perché gli ricordate un barilotto di birra con le gambe. La cosa positiva di questa situazione sarà che anche voi potrete finalmente indossare magliette con la scritta “Donna de panza , donna de sostanza” riuscendo ad andare a controllare i cantieri della metropolitana, con la certezza di non essere riconosciute come rappresentanti del sesso femminile.
8) Infarto, ictus, ipertensione sono alcune delle altre amenità che la menopausa potrà regalarvi.
Insomma, noi donne siamo destinate alla sofferenza per tutta la durata della nostra vita, ma questo sarebbe nulla se al danno non si aggiungesse anche la beffa. Infatti anche gli uomini, gelosi della nostra situazione, si sono inventati una cosa chiamata “andropausa “. Le caratteristiche di questa condizione maschile sarebbero simili a quelle della menopausa femminile : vampate di calore, obesità addominale, diminuzione dell’attenzione e della memoria a breve termine. Quest’ultimo sintomo una vera e propria scusa accampata al solo scopo di nascondere il loro disinteresse a qualsiasi cosa dicano le loro partners o a giustificare l’acquisto di sei pacchetti di patatine al posto del chilo di pane che gli avevate chiesto. Dal momento, poi, che non si è mai visto un uomo che si sventoli con un ventaglio, la tesi del disturbo delle vampate di calore cade da se’.
D’altronde è dagli esordi dell’umanità che gli uomini cercano di emularci, ma anche di sottometterci, forse in preda ad una sorta di invidia della maternità a cui sanno di non poter anelare . Uno dei metodi di sottomissione delle donne fin dall’antichità, infatti, è stato proprio quello di farle sentire colpevoli e soprattutto sporche durante il periodo mestruale, conferendo altresì all’apparato genitale femminile nomi spaventosi tra cui il più terribile di tutti: “vulva”. Questo termine ( che in latino vuol dire “porta”) , certamente creato all’uopo da un linguista misogino, evoca un antro buio , profondo e spaventoso, un luogo in cui perdersi per sempre , un “Lasciate ogni speranza oh voi che entrate”. Purtroppo il linguista misogino non si è fermato a descrivere in maniera spaventosa la zona dei genitali femminili, ha fatto di più, ha scelto un nome anche per quelli maschili, rendendoli , al contrario, carini e coccolosi. A “vulva”, infatti si contrappone “ pene”. Analizziamo ora il suono di questa parola: è un suono dolce, che induce una certa empatia in chi lo ascolta e che ricorda il termine “pena”, quasi ad evocare pensieri di sofferenza e a portare l’interlocutore a provare una sorta di tenerezza nei riguardi dell’organo stesso, che deve aver molto patito durante la sua esistenza. “Penis” in Latino, inoltre, vuol dire “coda” ed aggiunge alla tenerezza per la sofferenza passata anche quella per un cucciolo indifeso, immagine che di solito abbiniamo a questo termine e che, di conseguenza, trasponiamo al membro maschile, un cucciolo scodinzolante.
Ecco, tutta la storia del genere umano è costruita su queste due menzogne: che la vulva sia un antro buio e spaventoso e che il pene sia un tenero cucciolo scodinzolante che ha patito tanto.
Meditiamo donne, meditiamo!

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